Lo Spirito Santo e i suoi sette doni
Giuseppe D’Amore
Ci troviamo dinanzi ad un testo di alto valore spirituale e teologico. Tali caratteristiche ci giungono grazie al forte collante che legano le riflessioni offerte dall’Autore alla Sacra Scrittura, al Magistero e alla Tradizione sul tema. Un testo che introduce ad una formazione cristiana di base, ma anche ad approfondire le ragioni teologiche della presenza operante dello Spirito Santo nella vita del credente. L’Autore aggiunge alle sue riflessioni teologiche una ricaduta esperienziale personale e comunitaria, che apre e snoda la lettura come a ventaglio. Lo schema è il medesimo che troviamo nella struttura portante del Catechismo della Chiesa Cattolica: l’io del credente, che inizia il suo percorso dal Sacramento del Battesimo, si incrocia con l’ingresso maturo e corresponsabile del noi della comunità dei credenti, col sacramento della Confermazione. Le 150 pagine che compongono il testo sono da ritenersi una buona cartina di tornasole sul come la spiritualità cristiana è vissuta all’interno della Società. Infatti, l’esercizio dei doni e delle virtù, del quale si parla abbondantemente, ha una ricaduta sociale. Esso infatti, garantendo la riscoperta della fede vissuta in strettissima unione con gli uomini del nostro tempo, offre la possibilità di verificare sul come si è chiamati, così da sforzarsi di penetrare con la preghiera e la riflessione sul modo di “pensare” e “sentire” la propria fede, ma anche a leggere e a interpretare alla luce del carisma del discernimento gli elementi che compongono la cultura del nostro tempo. Il testo favorisce l’inizio di un percorso che si incrocia con la grande occasione di sperimentare come si possa diventare protagonisti del proprio cammino personale e comunitario, in un contesto sociale in forte cambiamento. La riscoperta delle virtù spirituali come habitus va sempre più armonizzata con la conoscenza delle nuove scienze, delle nuove dottrine e delle più recenti scoperte con la morale e il pensiero cristiano, affinché la pratica della religione e l’onestà morale possano procedere di pari passo con la conoscenza scientifica e col continuo progresso della tecnica, in modo che possano divenire per il cristiano metro di giudizio e di interpretazione di tutte le cose, con senso integralmente cristiano. Dalla lettura del testo emerge con chiarezza che per l’Autore la vita cristiana introduce e conferma la vita umana e la innalza ad uno stato di vita perfetta, senza alcuna separazione, esattamente come il Concilio Vaticano II ricorda. Una seria esperienza spirituale aiuta la persona e la rimette in equilibrio con tutto il resto dell’universo. Mai come in questo nostro tempo è auspicabile che ogni uomo viva un’esperienza spirituale che lo aiuti a vivere e a superare lo stress della vita quotidiana e lo orienti a trovare le risposte di senso alle sue domande di sempre. A questo riguardo un pensiero forte che emerge dalla lettura è l’unità inscindibile che vi si trova tra la teologia spirituale e le scienze psicologiche. L’influsso della grazia abilita ad una stretta e profonda riconciliazione tra l’uomo e la sua coscienza e con le scienze psicologiche, perché insieme a quelle teologiche e spirituali sono chiamate a trattare con equilibrio tutto l’umano destinatario ultimo della grazia divina.
La nostra estate continui ad essere vissuta tra tempi di riposo e di riflessione, di preghiera e di lettura, anche perché chi legge si forma nello Spirito!
Carmela Romano, Teologa
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